La fabbrica del consenso
Inviato: 22 mag 2008, 14:24

non ricordo se ne sia mai parlato, ma è una lettura illuminante sul perchè certe dinamiche politiche siano immutate da una quindicina d'anni a questa parte e alle ultime elezioni è andata com'è andata
ricordatevelo quando pigiate i tasti da 1 a 6 del telecomado ;)
Il modello di propaganda è una teoria avanzata da Edward S. Herman e Noam Chomsky che tenta di spiegare la presunta distorsione dei mass media (media bias) in termini di cause economiche strutturali.
Presentata per la prima volta nel libro La fabbrica del consenso (Manufacturing Consent: the Political Economy of the Mass Media), la teoria vede i media come delle imprese che vendono un prodotto ? lettori e pubblico piuttosto che notizie ? ad altre imprese (gli inserzionisti pubblicitari). La teoria postula cinque "filtri" che determinano il tipo di notizie che vengono alla fine pubblicate, e che sono:
la proprietà
gli introiti (funding)
le fonti di notizie (sourcing)
la reazione negativa (flak)
l'ideologia (quella prima anticomunista e poi antiterrorista nel caso dei media americani).
I primi tre filtri sono i più importanti.
Sebbene il modello fosse basato principalmente sui media degli USA, Chomsky e Herman credono che la teoria sia applicabile a tutti i paesi che condividono la struttura economica di base che il modello postula come causa della distorsione dei media.
Gli autori riassumono quindi così la loro teoria: "Un modello di propaganda plausibile può basarsi inizialmente su assunzioni guidate su un mercato libero non particolarmente controverse. Essenzialmente, i media privati sono grosse aziende che vendono un prodotto (lettori e spettatori) ad altre imprese (i pubblicitari). I media nazionali tipicamente hanno come target e servono le opinioni d'élite, gruppi che, da una parte forniscono un "profilo" ottimale per gli scopi dei pubblicitari, e dall'altra prendono parte al processo decisionale della sfera pubblica e privata. I media nazionali non riuscirebbero ad andare incontro ai bisogni del loro pubblico elitario se non presentassero un ritratto tollerabilmente realistico del mondo. Ma il loro "scopo societario" richiede anche che i media riflettano gli interessi e le preoccupazioni dei venditori, dei compratori, e delle istituzioni governative e private dominate da questi gruppi