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Inviato: 24 giu 2010, 15:07
da Anonymous
grazie, lo leggerò con attenzione, vorrei capire le differenze col precedente accordo
Inviato: 24 giu 2010, 15:09
da folletto_kokopelli
fosse quello..
punto 8 e punto 10, niente scioperi selvaggi, occhio alla malattia..
ok la caccia ai furbi, anzi, dovrebbe essere fiore all occhiello x i sindacati , ma equiparare i furbi ai bravi..
e su gli scioperi..li si che si gioca la partita... :roll:
Inviato: 24 giu 2010, 17:49
da ceccomannaro
La pausa pranzo a fine turno è bellissima :evil: :evil:
Veramente una alzata d'ingegno.
Complimenti a Marpionne,Sacconi e compagnia bella.
Veramente un passo avanti verso lo strozzinaggio e un veloce ritorno ai "servi della gleba"
Un vero e sincero complimento anche ai sindacati complici di questa puttanata.
Sono sempre più d'accordo con Rocker....nel sostituire i randelli con qualcosa di più efficace e "definitivo" :?
Inviato: 25 giu 2010, 0:07
da dixie
quel che più mi fa incazzare è che questa "crisi" l'hanno creata le finanziare con la connivenza, se non di peggio, dei "potenti"... ma a pagare siamo chiamati solo noi, i sacrifici li fanno solo i lavoratori... mi associo al pensiero rockeriano... forse bisognerebbe veramente ripartire da zero, fare piazza pulita di tutto e ripensare ad una società diversa... ma questi sono solo pensieri di sinistra, non sono più di moda.. :evil: che triste periodo che stiamo vivendo :cry:
Inviato: 25 giu 2010, 14:14
da Anonymous
se non ho letto male anche l'alternanza dei turni fa si che 2 fine settimana riposi 2 giorni + 8 ore, ma per gli altri 2 we fai solo 1 giorno + 8 ore. 80 ore di straordinario senza preavviso, e 200!! con un preavviso di 2 giorni. Ma se uno poi è stanco e si fa male? che succede?
Inviato: 25 giu 2010, 15:02
da Anonymous
In Francia una cosa del genere non l'avrebbero neanche pensata per la paura d'essere cancellati dall'Universo...
Inviato: 25 giu 2010, 16:53
da Anonymous
trevor ha scritto:In Francia una cosa del genere non l'avrebbero neanche pensata per la paura d'essere cancellati dall'Universo...
Ma qui siamo in Italia, non abbiamo fatto la rivoluzione francese ma inventato il fascismo e siamo così svegli che non impariamo dal passato e non ci accorgiamo nemmeno se tornano.
Inviato: 25 giu 2010, 17:23
da Anonymous
la fiat ha sempre accompagnato la mia vita perchè figlio di operaio, ha modellato la mia città perchè era tutta per lei (Torino). Negli anni '60 veniva chiamata "la feroce" per il pugno di ferro dell'ing.valletta.
Mio padre ha sempre detto che "...continuano a propinarci i turni 6 x 4 per non pagare la mensa sti balordi..."; tutto già scritto ben 40 anni fa!
Il miracolo marpionne? semplice, non paga le aziende dell'indotto, basta un minimo errore nella fatturazione e gli uffici amministrativi hanno il tassativo ordine di non pagare! Con questo metodo puoi comprarti anche la Chrysler; ma credetemi che questo è meglio di altri, almeno un po' di valore aggiunto l'ha messo...
il loro scopo non è rilanciarte l'impresa in Italia, ma dimostrare che qui non è possibile per poi ritornare in Polonia.
Confindustria sconcertata, Schifani che scorreggia a destra ed a manca, i politici che si affannano a prendere posto da Vespa..siano a Portachetiporto...questa classe dirigente è incompetente, aliena alla vita reale di noi comuni mortali, strafottente e di malaffare. I nostri manager sono delle sanguisughe inutili che creano ricchezza per i soliti della cricca. Ma ce la meritiamo, perchè non abbiamo le palle per ribellarci. Che si sia di sinistra (io, almeno lo ero...), che si sia di destra non ci vuole molto ad arrabbiarsi...invece si sta lì a guardare.
Il padre di famiglia a Pomigliano avrà su di sè tutta la responsabilità di questa rivoluzione nel mondo del lavoro italiano, ma gli verrà riconosciuto questo ruolo?
In italia le rivoluzioni non si fanno e non le faremo mai...
sono pensieri sparsi, ho scritto di getto!
Inviato: 27 giu 2010, 1:41
da ceccomannaro
Pensieri sparsi,ma efficaci ;)
Solo,sottolineerei che in questo frangente chi lo prende in c@lo sono i lavoratori.....sia di destra che di sinistra.
Non è politica:è strozzinaggio,furfanteria,malversazione e furto,impudenza e strafottenza.
Inviato: 28 giu 2010, 9:11
da dixie
Caro Cecco, come non darti ragione. Ma c'é di più ... a leggere delle "illuminanti pensate" di quel azzeccagarbugli di Tremonti ... direi che a prenderlo sotto la coda siamo un pò tutti noi, lavoratori, pensionati etc... insomma il "ceto medio"... niente più tasse... però le Regioni sono libere di creare nuove tasse..., tagliamo di qua e di là... per mandare un figlio a scuola devi pagarti tutto e di più, per fare un esame medico ancor peggio... beh... facile non mettere aumentare le tasse.. ma se mi aumentano i costi che cosa cambia? :evil: :evil: :evil:
Ha ragione Crozza.... a casa!!! ma come dice Rocker a randellate!!!
Inviato: 29 giu 2010, 14:25
da Anonymous
a me basterebbe mandarli a casa, le randellate le lascerei da parte visto che tra servizi sgreti deviati, forze dell'ordine, brigate nere, rosse e bianche si rischia di fare la rivoluzione all'italiana, tanto sangue per non cambiare nulla. Ho pensato più volte che come protesta simbolica e non violenta si potrebbe andare all'ambasciata di qualche paese europeo a chiedere asilo politico. Protesta situazionista, goliardica addirittura, ma visti i cialtroni al governo e visto che noi in primis ce li meritiamo, potremmo dare un segnale anche all'estero, tanto peggio di così non possiamo andare...
Intanto oggi viene pubblicata dall'Istat che l'Italia è il 5° paese più tassato d'europa e guarda caso tutta il prelievo pesa sul lavoro dipendente: Voi avete servizi pari al Belgio, alla Francia, alla Danimarca?
L'Operaio di Pomiliano è trattato come quello della VW? Intanto il rinnovo del contratto è passato sottotraccia, quindi noi lavoratori dipendenti siamo sempre più soli...
Inviato: 29 giu 2010, 14:43
da Anonymous
Inviato: 29 giu 2010, 15:18
da Anonymous
Oh, ma se vado all'ambasciata USA e mi dichiaro esule politico perdo il lavoro qua e non lo trovo di là, non mi sembra una gran bazza :roll:
Mica perchè ho una gran voglia di lavorare...eh.. :roll:
Inviato: 30 giu 2010, 10:00
da Anonymous
per chiedere asilo politico non serve nel mio caso rinunciare al lavoro, casa o altro. Si fa caciara daventi alle ambasciate in gruppo ed i tutta Italia. Alla fine è solo una gogliardata, perchè ovviamente non ne abbiamo diritto.
Inviato: 11 lug 2010, 13:53
da rjng
Lettera di Marchionne agli operai
A tutte le persone del Gruppo Fiat in Italia
Scrivere una lettera è una di quelle cose che si fa raramente e solo con le persone alle quali si tiene veramente. Se ho deciso di farlo è perché la cosa che mi sta più a cuore in questo momento è potervi parlare apertamente, per condividere con voi alcuni pensieri e per fare chiarezza sulle tante voci che in questi ultimi mesi hanno visto voi e la Fiat al centro dell?attenzione.
Non è la Fiat a scrivere questa lettera, non è quell?entità astratta che chiamiamo ?azienda? e non è, come direbbe qualcuno, il ?padrone?. Vi sto scrivendo prima di tutto come persona, con quel bagaglio di esperienze che la vita mi ha portato a fare. Sono nato in Italia ma, per ragioni familiari e per motivi di lavoro, ho vissuto all?estero la maggior parte dei miei anni e conosco bene la realtà che sta al di fuori del nostro Paese.
Ed è questa conoscenza che sto cercando di mettere a disposizione della Fiat perché non resti isolata da quello che succede intorno. Vi scrivo da uomo che ha creduto e crede ancora fortemente che abbiamo la possibilità di costruire insieme, in Italia, qualcosa di grande, di migliore e di duraturo. Prendete questa lettera come il modo più diretto e più umano che conosco per dirvi come stanno realmente le cose.
Ci troviamo in una situazione molto delicata, in cui dobbiamo decidere il nostro futuro. Si tratta di un futuro che riguarda noi tutti, come lavoratori e come persone, e che riguarda il nostro Paese, per il ruolo che vuole occupare a livello internazionale. Basta pensare a quanto è basso il livello degli investimenti stranieri in Italia, a quante imprese hanno chiuso negli ultimi anni e a quante altre hanno abbandonato il Paese per capire la gravità della situazione.
Non nascondiamoci dietro il paravento della crisi. La crisi ha reso più evidente e, purtroppo, per molte famiglie, anche più drammatica la debolezza della struttura industriale italiana. La cosa peggiore di un sistema industriale, quando non è in grado di competere, è che alla fine sono i lavoratori a pagarne direttamente -e senza colpa- le conseguenze. Quello che noi abbiamo cercato di fare, e stiamo facendo, con il progetto ?Fabbrica Italia? è invertire questa tendenza.
I contenuti del piano li conoscete bene e prevedono di concentrare nel Paese grandi investimenti, di aumentare il numero di veicoli prodotti in Italia e di far crescere le esportazioni.
Ma il vero obiettivo del progetto è colmare il divario competitivo che ci separa dagli altri Paesi e portare la Fiat ad un livello di efficienza indispensabile per garantire all?Italia una grande industria dell?auto e a tutti i nostri lavoratori un futuro più sicuro.
Non ci sono alternative.
La Fiat è una multinazionale che opera sui mercati di tutto il mondo.
Se vogliamo che anche in Italia cresca, rafforzi le proprie radici e possa creare nuove opportunità di lavoro dobbiamo accettare la sfida e imparare a confrontarci con il resto del mondo. Le regole della competizione internazionale non le abbiamo scelte noi e nessuno di noi ha la possibilità di cambiarle, anche se non ci piacciono.
L?unica cosa che possiamo scegliere è se stare dentro o fuori dal gioco.
Non c?è nulla di eccezionale nelle richieste che stanno alla base della realizzazione di ?Fabbrica Italia?.
Abbiamo solo la necessità di garantire normali livelli di competitività ai nostri stabilimenti, creare normali condizioni operative per aumentare il loro utilizzo, avere la certezza di rispondere in tempi normali ai cambiamenti della domanda di mercato.
Non c?è niente di straordinario nel voler aggiornare il sistema di gestione, per
adeguarlo a quello che succede a livello mondiale.
Eccezionale semmai -per un?azienda- è la scelta di compiere questo sforzo in Italia, rinunciando ai vantaggi sicuri che altri Paesi potrebbero offrire.
Anche la proposta studiata per Pomigliano non ha nulla di rivoluzionario, se non l?idea di trasferire la produzione della futura Panda dalla Polonia in Italia.
L?accordo che abbiamo raggiunto ha l?unico obiettivo di assicurare alla fabbrica di funzionare al meglio, eliminando una serie interminabile di anomalie che per anni hanno impedito una regolare attività lavorativa.
Proprio oggi abbiamo annunciato che, insieme alle organizzazioni sindacali che hanno condiviso con noi il progetto, metteremo in pratica questo accordo.
Insieme ci impegneremo perché si possa applicare pienamente, assicurando le migliori condizioni di governabilità dello stabilimento.
So che la maggior parte di voi ha compreso e ha apprezzato l?impegno che abbiamo deciso di prendere.
Credo, inoltre, che questo non sia il momento delle polemiche e non voglio certo alimentarle.
Ma di fronte alle accuse che sono state mosse e che hanno messo in dubbio la natura e la serietà del progetto ?Fabbrica Italia?, sento il dovere di difenderlo.
Non abbiamo intenzione di toccare nessuno dei vostri diritti, non stiamo violando alcuna legge o tantomeno, come ho sentito dire, addirittura la Costituzione Italiana.
Non mi sembra neppure vero di essere costretto a chiarire una cosa del genere.
È una delle piu? grandi assurdità che si possa sostenere.
Quello che stiamo facendo, semmai, è compiere ogni sforzo possibile per tutelare il lavoro, proprio quel lavoro su cui è fondata la Repubblica Italiana.
L?altra cosa che mi ha lasciato incredulo è la presunta contrapposizione tra azienda e lavoratori, tra ?padroni? e operai, di cui ho sentito parlare spesso in questi mesi.
Chiunque si sia mai trovato a gestire un?organizzazione sa bene che la forza di quell?organizzazione non arriva da nessuna altra parte se non dalle persone che ci lavorano.Voi lo avete dimostrato nel modo più evidente, grazie al lavoro fatto in tutti questi anni, trasformando la Fiat, che nel 2004 era sull?orlo del fallimento, in un?azienda che si è guadagnata il rispetto e la stima sui principali mercati internazionali.
Quando, come adesso, si tratta di costruire insieme il futuro che vogliamo, non può esistere nessuna logica di contrapposizione interna.
Questa è una sfida tra noi e il resto del mondo.
Ed è una sfida che o si vince tutti insieme oppure tutti insieme si perde.
Quello di cui ora c?è bisogno è un grande sforzo collettivo, una specie di patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale.
Questo è il momento di lasciare da parte gli interessi particolari e di guardare al bene comune, al Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni.
Questo è il momento di ritrovare una coesione sociale che ci permetta di dare spazio a chi ha il coraggio e la voglia di fare qualcosa di buono.
Sono convinto che anche voi, come me, vogliate per i nostri figli e per i nostri nipoti un futuro diverso e migliore.
Oggi è una di quelle occasioni che capitano una volta nella vita e che ci offre la possibilità di realizzare questa visione.
Cerchiamo di non sprecarla.
Grazie per aver letto questa lunga riflessione e grazie a tutti quelli, tra voi, che vorranno mettere le loro qualità e la loro passione per fare la differenza.
Buon lavoro a tutti.
Sergio Marchionne